Live Show

L’ esperienza di un live show è sempre unica e irripetibile, è fatta di un tipo di emozioni che non puoi trovare in niente altro.

Diverso che cantare in uno studio durante le registrazioni, è il palco, difronte ad un pubblico di ascoltatori, distratto o meno che sia.

Sai che ad ogni serata dovrai conquistarli, affascinarli e tirarli verso di te .

Molto più difficile quando sei fuori dai confini della tua nazione, in terra straniera.

Nella mia non breve carriera di cantante mi sono esibito in molte parti del mondo, Ibiza, Madagascar, Egitto, e con la mia musica sono arrivato a New York e Londra. Il pubblico americano è molto più attento rispetto a quello londinese, più intento invece alla birra e ai discorsi del tavolino… questo in base alla mia esperienza. La bellezza di suonare a New York City è stata unica, i locali e la gente sono preparati ad accoglierti ancora prima che tu arrivi li, si inizia già nel pomeriggio con gli spettacoli e fino a sera si alternano musicisti, con materiale inedito e non, attori comici e performer di vario genere.

La serata che ricordo più volentieri del mio tour statunitense e quella fatta al Rockwood Music Hall.

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Un palchetto con una torretta di regia accanto al palco, un intero impianto professionale,e addirittura un fonico ad assistermi anche nel sound check. Gli spettatori sono in piedi con i loro drink, sul palco io, una tastiera e il mio computer…Inizio con l’inno americano , storpiandolo con un synth e poi mi attacco al primo pezzo Turning away, poi il momento più intenso è quando in duetto con mia moglie cantiamo Love & Psyche, vedo alcuni ragazzi ad occhi chiusi muoversi a tempo con la musica, è fatta.

 

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Londra

Anche Londra mi ha dato qualche soddisfazione, ad esempio al The Cavendish Arms.

un Pub Ristorante piuttosto kitsch, con due sale, grandi e spaziose, la prima con un bancone bar fornitissimo, e la saletta con divani in pelle, tappeti colorati, pareti in stile ottocentesco, tappezzate con il tipico gusto british, oggetti e ninnoli di ogni sorta, quasi bizzarro, ma di buon gusto. Per cena mi servono una pizza, loro sono cordiali , ma la pizza è quello che è, invece la birra è davvero gustosa…e non sarà l’unica

ovviamente. La sala concerti è davvero bella! pavimento a scacchi, luci soffuse, un palchetto con tutta la strumentazione ( batteria, amplificatori e impianto luci ).

Parte la mia serata, un respiro profondo, gli occhi sulla tastiera, un’ultima sistemata all’asta del microfono e via, l’acustica è ottima, e la sala si riempie a poco a poco, anche se per lo più a fare da spettatori ci sono i gruppi stessi, ancora meglio, del resto sono il pubblico più attento. A ogni fine brano ci sono applausi sinceri, specie dopo alcuni tipo : Crossing the infinity, From the ashes, Turning away, Spinning mill… Anche gli inglesi gradiscono il mio sound e la mia voce e questa cosa per me , che poco prima di iniziare il tour era stata fonte di un certo stress emotivo, una volta superata, mi ha dato ancora più fiducia.

Sanremo

Rock

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Questa fiducia mi porta, sempre nel 2017, ad iscrivermi al Sanremo Rock con Crossing the infinity. Il brano piace e supera le selezioni, quindi io e la mia formazione di supporto, The Flies Band, veniamo convocati a suonare per i quarti al teatro Palafiori.

Si chiacchiera e si scherza tra noi quattro, e saliamo sul palco abbastanza rilassati, ma questa condizione emotiva ottimistica, lascia ben presto il posto alla preoccupazione più devastante. La causa è la lunga attesa per poter iniziare, data da un sound check piuttosto problematico. Sembra che i fonici siano in palla e che non ne vengano a capo.

Per fortuna sistemate le cose iniziamo con Crossing e terminiamo col secondo pezzo, Spinning mill, dal mio primo album. Superiamo anche i quarti, il giorno dopo suoniamo nelle semi finali e purtroppo propio lì si interromperà questa importante e formativa esperienza.